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"Non sei un vero uomo, affrontami se hai le palle": bullizzati a scuola dal gruppo

Fare pace con te? Piuttosto ti rompo le ossa: bullizzati dal gruppo tra il 2016 e il 2019 all'Ipsia Manfredi di Lugo, in corso il processo.

Dal 2016 al 2019 sarebbero stati oggetto delle angherie di un gruppo di compagni. A distanza di tre anni si sono ritrovati a raccontare quanto hanno subito nell’ambito del processo a carico dei loro carnefici. Si tratta di due ex studenti dell’Ipsia Manfredi di Lugo, istituto nel quale i due ragazzi erano finiti al centro dell’interesse di un gruppetto di bulli, ora sotto processo. Vediamo come sono andate le cose.

Bullizzati dal gruppo tra il 2016 e il 2019

Le vittime sono state oggetto di vessazioni da parte dei tre che, durante gli anni presi in esame, li hanno apostrofati con termini tutt’altro che piacevoli. Topo, fishman e “frocio” sono state tra le parole che si sono visti rivolgere al fine si evidenziarne caratteristiche fisiche da loro ritenute difetti. Ma le angherie sarebbero andate oltre: i due studenti sarebbero stati sbeffeggiati e colpiti con ripetuti lanci di briciole di merendine, di mozziconi di sigarette e perfino, seppur lievi, aggressioni fisiche.

Come quella volta in cui uno dei bulli spinse una delle vittime, che andò a sbattere contro lo spigolo del banco, riportando un livido. Naturalmente i bulli sono stati denunciati, e si trovano oggi a dover rispondere in tribunale. Due di essi hanno patteggiato pene a 8 e 9 mesi. Il terzo, che ha 22 anni, è a processo. La dirigente scolastica di allora, invece, fu assolta in quanto accertato che non fosse a conoscenza di quanto si stesse verificando.

“Non sei un vero uomo, affrontami se hai le palle”: bullizzati dal gruppo

Tra i ricordi riaffiorati in aula attraverso il racconto di quanto avvenuto in quegli anni, un episodio nell’ambito del quale il professore di religione avrebbe cercato di riportare la pace tra i ragazzi. Uno dei bulli, però, avrebbe rifiutato dicendo che, piuttosto, avrebbe spaccato loro le ossa. Oltre che a scuola, le aggressioni sarebbero avvenute anche sulla strada di ritorno a casa. Tanto da spingere una delle due vittime ad avere paura di incontrare i suoi aguzzini in giro. E a usare sui social un nome diverso dal proprio per non essere riconosciuto e venire deriso anche sul web.

Ed i professori, in tutto questo? Si sarebbero limitati alla minaccia di fare delle note anche se pure per questi ultimi non c’era grande rispetto in classe. Uno dei due imputati che ha patteggiato sarebbe stato persino bocciato. Ma ciò non gli avrebbe impedito di perpetrare la sua condotta ai danni dei ragazzi, che hanno continuato ad essere vittime delle sue azioni durante l’intervallo tra le lezioni.

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